"I recenti fatti di cronaca dimostrano come i fanghi industriali siano problematici per l'agricoltura e per i campi. Rivendico con orgoglio la scelta di vietarne lo spandimento in 59 Comuni bresciani, 167 in tutta la Lombardia". Lo ha detto l'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. La Regione Lombardia ha vietato anche per l'anno campagna 2020-2021 lo spandimento dei fanghi da depurazione per uso agronomico in 167 Comuni del territorio.
L'impiego dei fanghi per uso agronomico è consentito solo su terreni non localizzati in Comuni in cui la produzione di effluenti da allevamento, dovuta al carico zootecnico, superi il limite fissato dalla Direttiva nitrati e dalla norma regionale di settore (170 kg N/ha/anno per le zone vulnerabili; 340 kg N/ha/anno per le zone non vulnerabili).
"Quella dei fanghi in agricoltura - ha aggiunto l'assessore - è una materia delicata, che qualcuno cerca di sfruttare per un tornaconto economico. Per questo la rigidità normativa della Regione Lombardia è da prendere come modello".
"Per il futuro - ha affermato l'assessore - occorre favorire una vera economia circolare in agricoltura, che parta da un utilizzo intelligente della sostanza naturale, ossia dei prodotti organici delle nostre stalle, semplificando la normativa e stimolando i processi di innovazione nella gestione dei reflui per consentire di abbattere notevolmente l'azoto e le emissioni attraverso l'iniezione o la fertilizzazione sotterranea. È necessario il riconoscimento del digestato derivante dalla digestione anaerobica come fertilizzante per creare una alternativa green alle scorciatoie dei gessi di defecazione che vengono trasformati in fertilizzanti per aggirare la normativa sulla direttiva nitrati".
"Le soluzioni esistono, serve - ha concluso Rolfi - un approccio non ideologico. L'alternativa ai fanghi e alla chimica nei campi è la materia organica in grado di dare fertilità e capacità di ritenzione idrica al terreno".
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