Odg, Cardinale Misto Camera, su rilancio produttivo ed economico regioni sud Italia

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Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03099/006

presentato da

CARDINALE Daniela

testo presentato

Martedì 18 maggio 2021

modificato

Mercoledì 19 maggio 2021, seduta n. 511

La Camera,

premesso che:

il cosiddetto Decreto Sostegni, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali connesse all'emergenza da Covid-19, interviene – come i precedenti decreti – principalmente in cinque ambiti: il sostegno alle imprese e al lavoro, il contrasto alla povertà, la tutela della salute e della sicurezza, il sostegno agli enti territoriali e gli ulteriori interventi settoriali. Si tratta, tuttavia, di misure che mirano a sostenere il Paese in questa fase delicata volta alla ripresa economica post-pandemica, nell'attesa di accedere alle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea nell'ambito del più ampio piano di sostegno allo sviluppo denominato Next Generation EU;

proprio lo scorso 30 aprile, infatti, il Governo ha inviato alla Commissione dell'Unione Europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (richiesto per l'accesso ai fondi di cui in premessa): 191,5 miliardi di euro da spendere, sino al 2026, per favorire il rilancio del Paese e superare tutte le drastiche conseguenze causate dall'emergenza sanitaria tuttora in alto: secondo le previsioni, l'Italia già nel 2021 potrebbe accedere alla prima tranche che ammonterebbe a circa 25 miliardi di euro per dare avvio poi alla «fase di attuazione». Si tratta di risorse economiche che sono destinate a produrre importanti impatti su tutto il Paese ed il settore produttivo, tra cui interventi anche per il sud, le zone terremotate, la sicurezza stradale, la tecnologia 5G, monitoraggio di ponti, tunnel e viadotti, sanità, ecobonus ed ulteriori misure;

nelle scorse settimane è nata la cosiddetta rete «Recovery Sud – La Rete dei Comuni per il Recovery Fund», un movimento spontaneo di sindaci di quasi cinquecento comuni del sud Italia che, nell'intento di dare ai propri cittadini risposte certe alla grave crisi che la pandemia da Covid-19 ha causato anche nel sud Italia, ha sottolineato come le risorse previste a sostegno del sud, sia a livello italiano che a livello europeo, risultino ancora insufficienti per garantire alle regioni del sud Italia processi di sviluppo infrastrutturali adeguati a quelli del resto del Paese, oltre ad interventi per potenziare il settore produttivo;

si pensi ad interventi per l'edilizia sociale attraverso il recupero dei centri storici, interventi di sburocratizzazione delle procedure amministrative, introduzione di linee di trasporto urbano ed extraurbano ecosostenibile, promozione dell'agricoltura sociale e dei terreni confiscati alla criminalità organizzata, piani di recupero delle acque reflue per il riuso in agricoltura, sostegni alle produzioni agroalimentari, tutela dei boschi, delle aree verdi, delle zone costiere e miglioramento dell'arredo urbano, rafforzamento della medicina territoriale, creazione di reti di trasporto ad alta velocità e molto altro;

la «protesta» dei numerosi comuni è dovuta dunque alla preoccupazione per la gestione dei fondi previsti dal Recovery Fund e per la quantificazione delle risorse destinate al Mezzogiorno d'Italia tanto da aver spinto i sindaci a interpellare sia il Presidente del Consiglio, prof. Mario Draghi, che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nella missiva inviata, in uno dei tanti passaggi, si legge «riteniamo e chiediamo che oltre alla distribuzione (dei fondi) settoriale, si debba tener conto di un'equa e calibrata ripartizione territoriale, applicando gli stessi criteri UE utilizzati per determinare la cifra complessiva»;

a fronte di quanto già accaduto in passato, risulta condivisibile il timore delle popolazioni del sud in termini di utilizzo delle risorse tanto che lo stesso Ministro dell'Economia, Daniele Franco, ha sottolineato in un'intervista dello scorso 29 aprile come occorra «colmare un divario ancora troppo ampio con il nord»; il premier Mario Draghi, nella medesima occasione, ha assicurato al tempo stesso come nel piano sono previste «misure che si inseriscono in una visione complessiva per far ripartire e accelerare una crescita del sud ferma da ormai mezzo secolo»,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, durante la fase di attuazione dell'utilizzo delle risorse derivanti dal Next Generation EU ed eventualmente in fase di adozione di ulteriori misure nazionali come l'imminente Decreto Sostegni Bis, di tenere in considerazione le richieste derivanti dai comuni del Sud, mettendo in campo ulteriori misure rispetto a quelle già adottate, che mirino a rilanciare con più celerità il mezzogiorno d'Italia ed il suo tessuto produttivo, con l'obiettivo di colmare quanto prima il divario tra nord e sud, tale da garantire al nostro Paese una crescita economica ad un'unica velocità.

9/3099/6. Cardinale.

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