"In questi mesi abbiamo posto sempre al centro i lavoratori e le lavoratrici del comparto agroalimentare. Credo sia evidente quale sia il lavoro che non vogliamo: quello che ha la caratteristica dello sfruttamento, che non dà diritti e garanzie e che porta al pericolo di una vita fragile e debole".
Così il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli all'evento organizzato da Flai Cgil per aumentare la consapevolezza del problema del caporalato.
"Occorre separare la parte patologica dalla parte strutturale. Le norme consentono di intervenire all'occorrenza ma deve essere potenziata. Troppo spesso i problemi si affrontano con nuove leggi. Io credo che a volte basti potenziare l'impianto normativo. Ma tenendo sempre alta l'attenzione quotidianamente", prosegue.
Poi gli interventi strutturali: "ritengo che si debba fare un ragionamento attraverso la capacità della filiera agricola di garantire un reddito dignitoso. Perché spesso anche l'agricoltore e il datore di lavoro vive un disagio economico".
Questo è possibile "valorizzare le produzioni made in Italy che entrano nei mercati ricchi".
Ci sarà il massimo supporto ai sindacati e la lavoro della Flai Cgil tra i braccianti perché aumenti sempre di più la consapevolezza del problema, conditio sine qua non perché possa essere affrontato e risolto, conclude Patuanelli.
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