Grano duro, Cia Puglia: “CUN a Foggia, astenersi perditempo”

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“Designare Foggia quale sede della CUN, la Commissione Unica Nazionale sul prezzo del Grano, è prerogativa della politica. Se dipendesse da CIA Puglia, che da anni si sta spendendo per questo naturale approdo, al capoluogo dauno da tempo sarebbe stata assegnata la sede in virtù di numeri, qualità e quantità della produzione, storia e capacità innovativa espressi da aziende, centri di ricerca e università. Suonano come un ribaltamento della realtà le dichiarazioni di chi, da membro del Parlamento e della Commissione Agricoltura, invece di impegnarsi a trovare un’intesa sopra le parti che ponga fine alla questione, scarica le proprie responsabilità buttandola in caciara”.

E’ Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a intervenire sulle polemiche sollevate dal senatore De Bonis riguardo alla ormai annosa vicenda della sede CUN.

“In alcuni comunicati, sono evocati perfino Panama e il suo grano misterioso. Occorre essere seri. Se i nostri politici vogliono davvero aiutare il settore cerealicolo, lo facciano, senza perdere tempo con polemiche sterili”, ha aggiunto Felice Ardito, presidente di CIA Levante. “Si fermino le manovre speculative che abbassano artatamente le quotazioni del grano duro italiano. Uno strumento concreto ed efficace è la sospensione temporanea delle importazioni a ridosso dei periodi della trebbiatura. Si intensifichino i controlli sulla qualità dei grani che arrivano dall’estero. Le speculazioni di cui si è parlato nelle ultime 24-48 ore noi le denunciamo da anni. Siamo stati i primi a far rilevare a livello nazionale lo scandalo rappresentato dal crollo del grano duro biologico”, ha ricordato Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata.

Le scelte di politica agricola nazionale devono orientarsi verso una valorizzazione concreta delle produzioni agricole di qualità, in tal senso per il settore grano duro - di rilevanza strategica per il nostro Paese - vanno utilizzate le risorse a disposizione del Mipaaf, da ultimo quelle stanziate con la legge di bilancio 2021 e poi anche le risorse del PNRR e del Fondo complementare: la filiera del grano duro è un asset fondamentale per il nostro Paese e, come tale, deve essere tutelata e valorizzata in tutte le sue fasi. Restano sempre più inaccettabili, inoltre, i ritardi dei pagamenti AGEA per i contributi sui de minimis sui contratti di filiera. E’ quanto è stato ribadito dalla CIA e dalle altre associazioni del coordinamento Agrinsieme nell’audizione indetta dall’Ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura del Senato.

Nel 2020, complessivamente la Puglia ha prodotto 9,5 milioni di quintali del prezioso cereale, il 35% della produzione nazionale, impiegando una superficie pari a 344.300 ettari. Da sola, la provincia di Foggia nel 2020 riuscì a produrre 7.125.000 quintali su una superficie di 240mila ettari, con una resa media per ettaro di 29,68 quintali.

“La politica e le istituzioni possono fare molto, magari producendo più fatti e meno parole”, ha detto Carrabba. “Serve un patto tra produttori e trasformatori nel segno del ‘made in Italy’ e del nostro grano duro come elemento principe della pasta italiana di qualità. Come organizzazione, siamo a disposizione di chi voglia trovare una soluzione innovativa anche in direzione della sostenibilità ambientale: le enormi navi che arrivano in Italia con i loro carichi di grano fanno migliaia di chilometri, inquinano e rappresentano un rischio e un costo da molti punti di vista. Ecco, se davvero vuol battere un colpo, la politica scelga Foggia quale sede della CUN e trovi un accordo su pochi e concretissimi punti per valorizzare davvero il grano duro italiano. Noi ci stiamo, gli agricoltori ci sono, siamo qui e siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, astenersi perditempo”, ha concluso Carrabba.

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