Interpellanza, Spena FI Camera, su sostegno a filiera zootecnica

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Atto Camera

Interpellanza 2-01236

presentato da

SPENA Maria

testo di

Venerdì 4 giugno 2021, seduta n. 518

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:

il settore lattiero-caseario produce un fatturato complessivo di circa 16,5 miliardi di euro e rappresenta l'11,5 per cento del totale del fatturato industriale dell'agroalimentare. Per quanto riguarda la produzione di latte, l'anno scorso è stata pari a circa 13 milioni di tonnellate, coprendo con l'autoapprovvigionamento circa il 90 per cento del fabbisogno nazionale di latte;

il latte vaccino nazionale è prodotto con caratteristiche qualitative e nutrizionali di alto livello, a cui corrispondono alti costi produttivi;

nel settore agricolo c'è stato un aumento generalizzato dei costi di produzione (7,5 per cento) che riguarda le materie prime, i prodotti energetici, gli alimenti per il bestiame;

il rialzo dei prezzi dei cereali è stato costante a partire dall'autunno del 2020 (+27,8 per cento) e ha riguardato anche i primi mesi del 2021. Il mais ha superato quota 250 euro a tonnellata su varie piazze con picchi anche superiori ormai prossimi al record del 2011 di circa 270 euro a tonnellata. La soia ha toccato la soglia di 700 euro a tonnellata. Il costo dei farinacei integrativi necessari a raggiungere adeguati livelli parametrali qualitativi del latte, ha subito un aumento che supera il 10 per cento;

gli italiani pagano il latte fresco circa il 30 per cento in più rispetto alla Germania e il 20 per cento in più nel confronto con la Francia, ma ai produttori il latte viene pagato circa 35 centesimi al litro (media nazionale). Il prezzo del latte fresco di qualità venduto al pubblico è pari a circa 1,50 euro al litro, con una differenza tra i prezzi pagati dal consumatore e il prezzo riconosciuto agli allevatori che è la più alta d'Europa;

la pandemia ha accelerato un fenomeno già iniziato da qualche anno che vede i consumatori preferire prodotti lattiero-caseari a lunga conservazione o addirittura altre bevande/prodotti, ben pubblicizzati, deprimendo la richiesta di latte fresco crudo alimentare, con particolare riferimento al latte con certificato di alta qualità;

gli industriali, per rispondere alle nuove richieste del consumatore, hanno investito risorse per la realizzazione di impianti per la produzione di latte pastorizzato ESL (Extended Shelf-Life), nelle due tipologie tecnologiche, ovvero a pastorizzazione elevata e microfiltrato, entrambe con caratteristiche organolettiche vicine a quelle del latte fresco pastorizzato e con una conservabilità maggiore rispetto a quest'ultimo;

nell'anno 2020, le industrie acquirenti, sia pure con tensioni sul lato dei prezzi riconosciuti e dei ritiri, hanno sostenuto il mercato, assorbendo il latte conferito anche oltre il loro reale fabbisogno destinando il surplus di latte verso prodotti a lunga conservazione (Esl, Uht, microfiltrato e altro) in linea con le richieste del consumatore, ma che per loro hanno determinato un aggravio di costi;

nell'anno 2021, le industrie acquirenti hanno provveduto a revisionare i contratti riducendo il quantitativo rispetto all'anno precedente e mantenendo invariato il prezzo base (è stato ridotto solo il riconoscimento per il latte con certificato di Aq che da euro 0,01 a litro è passato euro 0,005 a litro), oltre a modificare la tabella parametri per il pagamento del latte di massa secondo qualità, che prevede un forte inasprimento di tali parametri notevolmente al di sotto di quelli fissati per legge;

inoltre, nel contratto 2021, qualora dovesse essere conferito più latte, oltre quello definito dal contratto, quest'ultimo verrà valorizzato in base alla media del mese del latte spot con riferimento al mercato di Lodi. In ragione di ciò, anche se il prezzo base del latte sul contratto non è stato modificato rispetto al precedente anno, di fatto, avendo variato il quantitativo e revisionato la tabella dei parametri di qualità, si riscontra un minore introito pari ad almeno euro 0,025 a litro;

occorre anche sottolineare che nonostante esistano norme relative alla rintracciabilità ed etichettatura del prodotto, non esiste alcun provvedimento che richieda agli industriali di preferire il latte di origine locale per la produzione di latte pastorizzato Esl e Uht –:

se non ritenga opportuno adottare iniziative per:

a) equilibrare e stabilizzare definitivamente il settore zootecnico, mediante interventi di sostegno alla filiera, anche tramite forme di finanziamento agevolato con garanzia dello Stato, per adeguare il prodotto alle esigenze del consumatore, il quale, se è vero che per effetto del cambiamento dello stile di vita, è sempre più interessato a prodotti con conservabilità maggiore e dunque a prodotti più standardizzati, non deve però rinunciare alla qualità e alla freschezza dello stesso raggiungibile solo attraverso l'impiego da parte degli industriali e la fruizione da parte dei consumatori, rispettivamente, della materia prima e del prodotto locale, con l'obbiettivo di tutelare il territorio ed il made in Italy;

b) introdurre norme che favoriscano l'utilizzo di latte di origine locale per la produzione di latte pastorizzato Esl e Uht;

c) adottare misure di ritiro e stoccaggio dei formaggi o polverizzazione del latte in determinati periodi dell'anno;

d) prevedere misure di sostegno in favore della zootecnia, al fine coprire i maggiori costi di produzione evidenziati in premessa.

(2-01236) «Spena».

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