Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-05558
presentata da
SAVERIO DE BONIS
martedì 8 giugno 2021, seduta n.333
DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:
la produzione di ciliegie è un'attività relativamente costosa, a causa degli oneri derivanti da irrigazione, manodopera e irrorazione. Le ciliegie sono vulnerabili alla grandine, al gelo e alla pioggia ed i costi per mitigare questi fattori aumentano ulteriormente i costi totali. Durante la raccolta, la selezione manuale e lo shaker meccanizzato sono i metodi utilizzati più comunemente;
i migliori Paesi produttori di ciliegie sono la Turchia, che esporta in Russia e in Germania, gli Stati Uniti con la California, il Michigan, l'Oregon e lo Stato di Washington, infine l'Iran e l'Italia, che producono rispettivamente 200,000 e 104,766 metriche;
considerato che:
la maggiore produzione di ciliegie in Italia si concentra nella zona di Bari, in Puglia. Qui viene prodotto il 96,4 per cento della raccolta regionale e il 39 per cento di quella nazionale, con ben 47.000 tonnellate. Si tratta della prima provincia italiana per quanto riguarda la produzione di ciliegie;
nel corso dell'inverno, le ciliegie pugliesi sono state salvate dal gelo e messe al riparo dalle gradinate grazie a falò notturni, che hanno scaldato le piantagioni, e a sistemi di vaporizzazione di acqua, che sono serviti per preservare le fioriture. Una volta messe al sicuro, le ciliegie hanno raggiunto il prezzo di vendita di un euro al chilo in campagna. Al tempo stesso, il costo di raccolta è praticamente il medesimo, un euro al chilo: in questo modo è evidente come i costi di produzione non vengano coperti;
tenuto conto che:
il mercato per le ciliegie "Georgia" e "Bigarreau" si è raffreddato notevolmente, provocando una forbice sempre più ampia dei prezzi dal campo al consumatore finale. A Milano, per esempio, una catena di distribuzione commerciale è arrivata a vendere le ciliegie pugliesi a 16 euro al chilogrammo, ma ai produttori, considerando anche le spese di produzione, non arriva nemmeno un decimo rispetto a quanto riesce a ricavare la grande distribuzione organizzata;
lo squilibrio tra il poco che viene riconosciuto agli agricoltori e i margini spropositati che la grande distribuzione garantisce a sé stessa è diventato un grave problema, sempre più pressante e ineludibile, soprattutto in un momento di crisi epocale come quella che si è determinata a causa della pandemia e dei cambiamenti climatici;
la Puglia, sul fronte delle ciliegie, rappresenta un'eccellenza a livello nazionale e detiene il primato italiano degli ettari coltivati;
considerato che:
il disegno di legge AS 1373 recante "Disposizioni in materia di limitazioni alla vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari e di divieto delle aste a doppio ribasso per l'acquisto dei medesimi prodotti. Delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione", approvato già alla Camera dei deputati e dalla 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato il 17 marzo 2021, non ha ancora terminato il suo iter,
si chiede di sapere, nelle more dell'approvazione del provvedimento citato (AS 1373), quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di debellare la piaga (che in questo periodo riguarda le ciliegie, in quanto raccolto stagionale, ma che, in realtà, interessa moltissime produzioni agricole italiane di eccellenza), data dall'enorme differenza tra i ricavi degli agricoltori e quelli della grande distribuzione, che oltre ad essere una palese ingiustizia, rappresenta una "immutabile" dinamica, che uccide il settore, disincentivando investimenti e lavoro.
(4-05558)
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