Il 2020 è stato un anno molto sfavorevole per la produzione di olio d’oliva. Seguendo il normale andamento ciclicoiv, dopo l’espansionedel 2019 (aumento della produzione del 27,6% in volume e del29,6% in valore), nel 2020 si sono ridimensionati i volumi (-14,5%) e i valori produttivi (-22,4%).
La flessione è stata particolarmente marcata nelle regioni del Sud, dalle quali dipende gran parte della produzione nazionale. In particolare, il volume della produzione ha subìto un drastico ridimensionamento in Puglia (-31,7%), Campania (-22,6%) e Calabria (-21,6%), solo in parte compensato dal pur sensibile aumento in alcune regioni del Centro (Toscana +28,6%, Umbria +14,7%, Marche +3,6%) e del Nord (Emilia-Romagna +20%, Veneto +19%, Liguria +3,8%).
L’annata è stata negativa anche per il vino, che ha registrato uncalo del 2% della quantità prodotta. Tra le regioni a maggior vocazione vitivinicola, a soffrire di più in termini di volumi produttivi sono state quasi tutte quelle del Sud (Sicilia -14% e Calabria -9,1%) e del Centro (Toscana -7,9%, Umbria -7,2% e Lazio -6,3%), ma anche alcune regioni del Nord (Liguria -11,7% e Friuli Venezia-Giulia -8,8%).
La quota di prodotto rimasta invenduta per mancata commercializzazione verso il settore della ristorazione o per difficoltà nelle esportazioni ha determinato una generalizzata diminuzione dei prezzi, con riduzioni più marcate in Puglia, Campania e Sicilia e meno incisive, invece, in Piemonte e Veneto. Nel complesso il valore della produzione di vino è diminuito del 3,4%.
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