Lazzàro (Confagricoltura Puglia): “Usare l’olio extravergine come prodotto civetta è dannoso”

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“Mettere in commercio bottiglie da litro con la dicitura olio extravergine di oliva prodotto in Italia a 2,99 euro o, peggio a 2,39 euro, è estremamente dannoso. A parte la qualità e la provenienza, usare l’olio come prodotto civetta comporta dei rischi per l’economia agroalimentare pugliese già sofferente per la Xylella e l’emergenza covid” è quanto sostiene Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia in merito alle campagne promozionali in corso in numerosissimi supermercati della regione che presentano bottiglie di olio evo a prezzi stracciati. Per Confagricoltura Puglia l’uso degli articoli civetta non dovrebbe riguardare prodotti fortemente identitari del territorio come olio e vino. Secondo l’organizzazione degli agricoltori, dunque, è fortemente forviante usare alimenti che, se di qualità, inevitabilmente hanno costi alti. Gli articoli civetta o il prezzo civetta sono esche per attirare clienti verso il supermercato e cercare di aumentare le vendite. In questo caso, l’olio è offerto a prezzi più bassi rispetto a quelli normalmente previsti sul listino, riducendo così il margine di profitto, profitto che sarà fatto sugli altri beni presenti negli scaffali.

“Il consumatore – prosegue - deve sapere che se compra un olio economico sta comprando solo un condimento lipidico. Da sempre, nella tutela degli imprenditori dell’agroalimentare e dei consumatori, sottolineiamo che l’olio buono e nello stesso tempo a basso, se non bassissimo costo, non esiste. L’olio extravergine di oliva di qualità è invece alimento in grado di favorire, come certificato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, la prevenzione di patologie”.

In Puglia le quotazioni all’ingrosso nei giorni scorsi dell’Evo hanno toccato 4,8 euro al chilo (circa 1, 08 litri) mentre ora si sono stabilizzate intorno ai 4,6 al chilo. “Se sulla bottiglia è indicato ‘fatto in Italia’ e il prezzo è molto basso – conclude Lazzàro - c’è da insospettirsi perché o è olio vecchio che ha perso le eccellenti qualità organolettiche, o non è realmente realizzato in Italia. Meglio pagare una bottiglia qualche euro di più e utilizzare meno prodotto con enormi benefici sulla salute dei consumatori e dell’economia del territorio”.

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