Pac, Confagricoltura. Giansanti: Rimanga strumento al servizio degli agricoltori, non snaturare sua identità. Ora assicurare regole uniche e giusto reddito

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“Questa giornata è un momento di confronto importantissimo per parlare di un argomento fondamentale per noi agricoltori. Abbiamo vissuto stagioni importanti da quando è nata a Stresa la Pac per armonizzare le politiche agricole dopo la seconda guerra mondiale. Sono stati anni di boom economico e demografico e la pac ha risposto alle esigenze dei cittadini sempre più attenti ai temi della salubrità e della qualità dei prodotti. Sempre più si è guardato ai mercati internazionali, passando dal bilateralismo al multilateralismo, portando gli agricoltori a confrontarsi per essere ancora più efficienti e competitivi.

Ma con regole diverse si creano distorsioni ed abbiamo visto anche i pericoli della guerra tra Cina e Usa, occorre quindi tornare alle riflessioni su di un mercato regolamentato e la Pac avrà un ruolo determinante”.

Così Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e vice presidente del Copa, nel corso del webinar organizzato da Confagricoltura sulla Pac post 2023.

“Nel 1990 eravamo 5 mld di cittadini nel mondo, nel 2050 saremo quasi 10 mld, una crescita dunque sempre più importante e nella quale verrà chiesto ai produttori di produrre sempre di più in sicurezza e qualità. La pac dovrà dare allora mezzi e strumenti agli agricoltori per dare cibo a chi ce lo chiederà, questo deve essere il senso della Pac” prosegue.

“La pac è e deve restare una politica agricola per gli agricoltori, non dobbiamo snaturare la sua struttura.

Noi ci riteniamo agricoltori europei e dobbiamo necessariamente poter operare con regole univoche all’interno dello stesso mercato.

Il mercato unico è importante ma ancora oggi vigono norme diverse da paese a paese, che caratterizzano aspetti sociali, ambientali, ecc.

L’impalcatura della pac allora diventa fondamentale per garantire un giusto reddito agli agricoltori” sottolinea Giansanti.

“Guai se qualcuno pensasse poi che il piano di strategia nazionale sia un processo di rinazionalizzazione della Pac, assolutamente no. La pac deve rimanere un grande progetto per gli agricoltori europei e i piani di strategia devono dare la direzione sul futuro dell’agricoltura europea.

Se dobbiamo dare un contributo sempre maggiore rispetto alle maggiori esigenze che crescono noi agricoltori italiani vogliamo esserci e dare il nostro contributo. L’agricoltura deve essere il pilastro su cui reggere la comunità europea” conclude.

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