Risoluzione, Di Stasio M5S Camera, su delimitazione spazi marittimi nel Mar Mediterraneo

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Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00659

presentato da

DI STASIO Iolanda

testo di

Venerdì 14 maggio 2021, seduta n. 508

Le Commissioni III e XIII,

premesso che:

il 6 maggio 2021 la fregata Libeccio della Marina militare, impegnata nell'Operazione Mare Sicuro, è intervenuta in assistenza dei pescherecci italiani Artemide, Aliseo e Nuovo Cosimo partiti da Mazara del Vallo. I pescherecci erano in attività di pesca nelle acque della Tripolitania all'interno della zona definita, dal Comitato di coordinamento interministeriale per la sicurezza dei trasporti e delle infrastrutture, «ad alto rischio», precisamente a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica;

l'intervento si è reso necessario per la presenza di una motovedetta della Guardia costiera libica in rapido avvicinamento ai motopesca italiani che ha sparato colpi da fuoco di avvertimento dalle motovedette libiche ferendo lievemente il comandante di uno dei pescherecci;

il 3 maggio 2021 la fregata Alpino della Marina militare si trovava a dirigersi verso sette pescherecci italiani: Michele Giacalone, Antonino Pellegrino, Giuseppe Schiavone, Nuovo Cosimo, Aliseo, Anna Madre Artemide che si trovavano nelle acque della Cirenaica, all'interno della zona già definita ad alto rischio, a 26 miglia nautiche da limite esterno delle acque territoriali libiche. La comunicazione giunta alla Marina militare segnalava un gommone in arrivo ad alta velocità dalla costa cirenaica. La fregata si è avvicinava per fornire eventuale assistenza e per assicurare che non si verificassero incidenti;

il 1° settembre 2020 il peschereccio Anna Madre, era già scampato a un tentativo di sequestro da parte delle autorità libiche quando le forze del generale Khalifa Haftar avevano sequestrato i pescherecci Antartide e Medinea e i rispettivi equipaggi nelle acque antistanti alla Cirenaica per ben 108 giorni;

già il 6 ottobre 2018, a circa 29 miglia dalla costa libica di Derna, si verificò un episodio di sequestro di pescherecci della marineria di Mazara del Vallo (Afrodite Pesca e Matteo Mazarino) da parte di motovedette libiche che avrebbero cominciato a sparare senza preavviso provocando danni alla cabina e alle attrezzature della motopesca Afrodite. Gli stessi vennero rilasciati il 12 ottobre grazie a un'intensa attività diplomatica promossa dalla Farnesina;

la presenza dei pescherecci italiani appartenenti alla marineria di Mazara del Vallo nelle acque antistanti la costa libica (principalmente prospiciente le città di Bengasi e Misurata) è dovuta alla circostanza secondo cui si trovino a svolgere l'attività di pesca del gambero rosso in acque rivendicate unilateralmente dalla Libia come zona di protezione della pesca. Quella della sussistenza dell'Alto Mare nella zona si tratterebbe di una tesi superata che non terrebbe in conto della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 che ha consolidato la facoltà degli Stati costieri di proclamare zone economiche esclusive e da cui il concetto di acque internazionali nel Mediterraneo risulterebbe ormai definitivamente eroso;

la Marina militare svolge operazioni militari nel Canale di Sicilia a tutela e salvaguardia in mare degli interessi nazionali tra cui la Mare Sicuro, la Costant Vìgilance e la Vigilanza Pesca (Vi.Pe);

è stata autorizzata dal Parlamento per il periodo 1° gennaio 2020-31 gennaio 2021 la partecipazione dell'Italia alle seguenti missioni e operazioni internazionali: United Nations Support Mission in Libya – UNSMIL, Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia, missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera libica, European Union Border Assistance Mission in Libya – EUBAM Libya, «mare Sicuro»: dispositivo aeronavale nazionale nel Mediterraneo, nel cui ambito è inserita la missione bilaterale in supporto alla Guardia costiera libica;

l'Italia partecipa altresì e ha il comando della Missione europea Eunavformed Irini che, nel marzo 2021 il Consiglio ha prorogato fino al 31 marzo 2023. Eunavformed Irini è stata lanciata il 31 marzo 2020, poco dopo la conferenza di Berlino sulla Libia del gennaio 2020, come contributo concreto dell'Unione europea al processo avviato dalla comunità internazionale per sostenere il ritorno alla pace e alla stabilità in Libia ed ha tra i suoi compiti secondari quello di contribuire allo sviluppo delle capacità e alla formazione della guardia costiera e della marina libiche;

nel documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo, riferito agli anni 2019-2021 tra le aree prioritarie della cooperazione italiana vi è la Libia con iniziative di emergenza volte a dare assistenza umanitaria e protezione alle fasce più vulnerabili della popolazione, programmi di sviluppo volti a favorire il processo di stabilizzazione;

nel 2017 l'Italia ha riaperto la sua sede diplomatica a Tripoli e per il 2021 il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha annunciato la riattivazione del consolato generale a Bengasi; la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982 fornisce una definizione delle zone economiche esclusive (Zee), regolandone l'attuazione e il rispetto delle norme correlate;

pertanto, una Zee è «un'area esterna ed adiacente alle acque territoriali in cui lo Stato costiero ha la titolarità di: diritti sovrani (Unclos 56, 1, a) sulla massa d'acqua sovrastante il fondo marino ai fini dell'esplorazione, sfruttamento, conservazione e gestione delle risorse naturali, viventi o non viventi, compresa la produzione di energia dalle acque, dalle correnti o dai venti; giurisdizione (Unclos 56, 1, b) in materia di installazione ed uso di isole artificiali o strutture fisse, ricerca scientifica in mare e di protezione e conservazione dell'ambiente marino»;

secondo il diritto internazionale consuetudinario, ogni Stato ha diritto a dichiarare unilateralmente una zona economica esclusiva che si estende fino a 200 miglia marine dalla linea di base del mare territoriale e per il quale non rileva né la mancata ratifica della Convenzione Unclos, né il mancato deposito della notifica di istituzione della Zee presso il segretariato generale della Nazioni Unite;

nel 2005 la Libia ha trasmesso al segretario generale delle Nazioni Unite la decisione del Comitato popolare generale n. 104 per misurare l'ampiezza del mare territoriale e delle sue zone marittime (Bollettino di diritto del mare n. 5915) e ha stabilito una zona di protezione della pesca (Zpp), i cui limiti si estendono fino a 62 miglia nautiche dal limite esterno del mare territoriale (decisione del Comitato Generale Popolare n. 37 del 24 febbraio 2005), secondo le coordinate geografiche precisate nella decisione n. 105 del 21 giugno 2005 e misurata a partire dalla linea di base retta che chiude il golfo della Sirte, proibendo attività di pesca a chiunque sia sprovvisto di autorizzazione;

relativamente alla decisione, non è stato formalizzato alcun accordo di delimitazione; con la dichiarazione del 27 maggio 2009 e la decisione 31 maggio 2009 n. 260, la Libia ha proclamato una zona economica esclusiva (Zee), inclusiva della precedente Zpp, «sino ai limiti permessi dal diritto internazionale». Il limite esterno della zona verrebbe così a determinarsi in base ad accordi con gli Stati vicini interessati;

l'assenza di una delimitazione precisa dei confini della Zee libica e il fatto che la Libia abbia firmato ma mai ratificato la Convenzione Unclos, fa sì che si debba far capo al diritto internazionale consuetudinario o, in alternativa, ad accordi bilaterali con gli Stati adiacenti e frontisti;

conseguentemente, l'attività di pesca all'interno delle acque sottoposte alla sovranità libica tramite l'istituzione della Zee appare illegittima in assenza del consenso dello Stato costiero e pertanto sembra rilevarsi essere acque sottoposte alla sovranità libica e interdette alla pesca senza preventiva autorizzazione delle autorità governative;

un ruolo particolare per la pesca nel Mar Mediterraneo è svolto dall'Unione europea che esercita, tra l'altro, una competenza esclusiva per la gestione e la conservazione della pesca nelle acque che rientrano nella giurisdizione dei suoi Stati membri e, al di là di tali acque, per quanto riguarda le navi e i cittadini degli Stati membri. I trattati relativi alla pesca che si applicano agli Stati membri sono negoziati e conclusi dall'Unione europea (l'ambito della sua competenza esterna è stato definito dall'Unione europea in una dichiarazione resa il 1° aprile 1998 al momento del deposito del suo strumento di conferma formale dell'Unclos);

già nel 2008 nella risposta all'interrogazione parlamentare n. P-1618/08, la Commissione europea sembra riconoscere la Zee e la conseguente Zpp libica dichiarando: «questioni attinenti alla determinazione dell'ampiezza delle acque soggette alla sovranità o alla giurisdizione dello Stato costiero rientrano nelle competenze degli Stati membri poiché riguardano l'amministrazione del territorio nazionale. Quando si presentano questioni simili in un contesto internazionale, è competenza degli Stati membri avviare negoziati internazionali o iniziative diplomatiche, come nel caso delle linee di base della Libia. Per questo motivo, le diverse iniziative diplomatiche nei confronti della Libia rappresentavano progetti comuni dell'UE oppure iniziative individuali intraprese degli Stati membri, al cui sviluppo e attuazione è stata associata la Commissione. La Commissione sta inoltre sviluppando attivamente, attraverso un accordo quadro, una base comune per un dialogo strutturato con la Libia su questioni di reciproco interesse Libia-UE»,

impegnano il Governo:

a porre in essere ogni iniziativa utile a favorire l'apertura di un dialogo diplomatico su scala internazionale e regionale e nelle diverse organizzazioni di cui l'Italia è parte al fine di giungere ad una formale determinazione relativa alla delimitazione degli spazi marittimi nel Mar Mediterraneo centrale e alla risoluzione dei contrasti di tipo diplomatico e commerciale enunciati in premessa;

a definire una posizione sull'attività dei pescherecci nazionali nella dichiarata Zpp libica anche attraverso accordi e negoziati conclusi nel rispetto delle prerogative dell'Unione europea, a favore di collaborazioni italo-libiche per il settore specifico della pesca e che contemplino anche la possibilità di gettare le basi per una collaborazione privatistica;

a favorire la creazione di un tavolo tecnico interministeriale tra il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministero della difesa, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali per la promozione della collaborazione bilaterale nel settore della pesca tra l'Italia e la Libia, e per la definizione di modalità per la gestione sostenibile delle risorse biologiche nelle succitate acque, anche favorendo lo sviluppo di capacità e la nascita di cooperative miste italo-libiche eventualmente finalizzate, una volta raggiunte le necessarie abilitazioni e certificazioni europee, all'esportazione diretta nei Paesi dell'Unione europea;

a estendere l'attività di presenza e sorveglianza della Marina militare, conformemente alle operazioni in atto in ottica di sorveglianza preventiva, nel rispetto degli accordi di cui agli impegni precedenti, oltre che in relazione alle azioni di controllo da parte delle forze libiche.

(7-00659) «Di Stasio, Pignatone, Rizzo».

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