Guerra sul (al) Biologico, dopo 13 anni di limbo, legge di nuovo in bilico. Stavolta per biodinamico. Che lascia dubbi su import

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E' guerra sul (o al) biologico. E dopo 13 anni di passione parlamentare in cui la legge - all'epoca a prima firma Massimo Fiorio alla Camera e Paolo De Castro al Senato - è rimasta nel limbo, rischia per un pugno di aziende biodinamiche in Italia (283 censimento Crea o 307 censimento Demeter) di sprofondare nel Purgatorio per rimanervi fino a data indefinita. In attesa delle 'decisione politiche' per la calendarizzazione dell'affare assegnato alla commissione Agricoltura della Camera da cui si deciderà se fare o meno il quarto passaggio al Senato per eventuali modifiche.

Ad alzare il polverone è stata Elena Cattaneo, senatrice a vita e scienziata, che invoca la scienza contro i 'ciarlatani' del biodinamico e contro l'equiparazione tra biologico e biodinamico.

A sollevare perplessità sembra essere anche il legame che l'agricoltura biodinamica sembra avere con pratiche considerate pseudoscientifiche o esoteriche legate a filosofia, antroposofia, astrologia. Elaborata dal teosofo Rudolf Steiner, è una sorta di filosofia che crede nelle energie vitali nella materia inanimata. Questa pratica diventò più diffusa dopo la morte dello stesso Steiner, quando i seguaci Erhard Bartsch e Franz Dreidax fondarono, nel 1928, l'associazione Demetria (Demeter) che fu accolta dal regime della Germania nazista.

Una compromissione che portò l'agricoltura biodinamica di quegli anni a riconoscere il nazional socialismo come la propria fonte ispiratrice in linea con la politica espansionistica dello spazio vitale nazista.

Ma se ora Elena Cattaneo difende il biologico contro il biodinamico, a dicembre del 2017 - nel mezzo del cammin della legge - scriveva in un editoriale su Repubblica come fosse improbabile che il futuro dell'agricoltura potesse essere nel biologico. Reputato, dati alla mano, insostenibile. E come invece l'agricoltura del domani dovesse affidarsi al miglioramento genetico. E faceva un manifesto 'contro' firmato da circa 150 scienziati. Che suscitò in risposta un manifesto pro bio.

"Qual è, dunque, il futuro dell'agricoltura? È improbabile, dati alla mano, che sarà il biologico com'è inteso oggi. Non solo perché i prodotti bio nella grande distribuzione presentano un ingiustificato ricarico di prezzo, non differendo in qualità al consumo rispetto ai corrispettivi non biologici; non solo perché le procedure del biologico su larga scala sono piene di deroghe e truffe. Ma soprattutto perché con tali procedure si produce pochissimo, consumando il 40% di suolo in più degli altri modelli di agricoltura. Inoltre, usando letami e farine animali — fertilizzanti azotati derivati della zootecnia, com'è prassi nel biologico — si emettono gas serra e si consumano alimenti vegetali, prodotti con fertilizzanti azotati di sintesi, ottenuti da oli combustibili. Per asciugare, poi, i residui di macellazione e farne le farine animali da spargere nei campi del biologico serve altra energia.

L'agricoltura del futuro dovrà invece essere a basso impatto e usare piante migliorate geneticamente per evitare gas serra e agrofarmaci e per assimilare meglio i fertilizzanti, combattere la denutrizione sperimentando le varianti genetiche che rendono le piante resistenti e sfruttare l'innovazione per ottenere chirurgiche variazioni del Dna tali da rendere, senza usare la chimica, tante nostre piante non attaccabili dai parassiti, consentendo anche il recupero della biodiversità afflitta dai patogeni o in via di estinzione. Un compito della ricerca scientifica pubblica, anche di quella in campo aperto, vietata in Italia. Serve tantissima ricerca, ma anche più fiducia e trasparenza, meno slogan e ideologie".

E rincarava, a proposito del glifosato, che "non utilizzare il glifosato significherebbe tornare agli anni ' 50, diserbando a mano i campi. Oppure usare altri erbicidi, molto più costosi, meno efficaci ( che costringono a più trattamenti), e dai profili tossicologici simili".

I tempi sono cambiati, la Monsanto, acquisita nel 2018 dalla Bayer, è stata nel frattempo condannata a risarcire 25 milioni di euro nel 2019 (condanna confermata lo scorso 14 maggio in appello) a un cittadino ammalatosi di cancro dopo aver usato per decenni il Roundup, erbicida a base di glifosato e gli Ogm sono stati superati dal Genome editing che sta trovando tutti d'accordo, Commissione europea compresa, come pratica sostenibile da utilizzare per il futuro del Pianeta.

E ora, la diatriba si sposta dal biologico al biodinamico. E la filiera sembrerebbe stia lavorando - senza troppo successo - per trovare una quadra con la quale 'aggiustare' il tiro senza fermare la legge. Ancora una volta.

In Italia esistono due livelli di controllo sinergici e paralleli: il regolamento Ue 625/2017 che legifera su tutti gli alimenti che rimanda, nello specifico caso del biologico, ai controlli del regolamento 848/2018 la cui entrata in vigore è stata prorogata a gennaio 2022.

A fare i controlli sono i cosiddetti enti controllori, soggetti privati che vengono accreditati presso Accredia che ne controlla a sua vota l'affidabilità e il rispetto dei requisiti e delle normative vigenti. Tutto l'apparato è poi vigilato dal ministero delle Politiche agricole, Mipaaf, attraverso l'operato dell'ICQRF, l'Ispettorato frodi controllato dallo stesso ministero che verifica il rispetto delle normative internazionali e nazionali.

Un apparato che si riversa sulle aziende agricole in base all'analisi del rischio che viene fatta. Nel caso in cui qualche cosa non dovesse risultare a norma, la non conformità va trasmessa immediatamente al Mipaaf, e i prodotti bloccati. Nel caso di esportazioni, la notifica deve essere inviata anche agli uffici di Bruxelles e agli altri Stati membri tramite il sistema Ofis.

Diversa è la questione per quanto riguarda il biodinamico. Il cosiddetto Demeter, non è di fatto un ente certificatore riconosciuto dalle istituzioni, ma un ente detentore del marchio sulla biodinamica non riconosciuto però a livello internazionale da tutti i paesi interessati. E il disciplinare è scritto - al contrario di quanto avvenuto per il biologico - da parte di soggetti privati.

Nel caso in cui il biodinamico fosse biologico il problema dovrebbe essere superato. E sul sito Demeter si legge: "condizione necessaria per poter avere accesso al sistema Demeter è che l'azienda agricola sia assoggettata al controllo per l'agricoltura biologica così come previsto dal Reg.CE 834/07 e 889/08. Per avere il marchio è obbligatorio infatti essere certificati biologici". Regolamenti sostituiti dal'848 ma non aggiornato sul sito Demeter.

Ma anche vero che il sistema biologico non controlla quello biodinamico che resta in mano a privati. Quindi se un prodotto certificato biodinamico è sicuramente biologico in quanto riconosciuto dalle istituzioni, il prodotto biodinamico non ha lo stesso livello di controllo e di riconoscimento a livello nazionale o europeo. E di garanzie nel caso di non conformità. 

Esempio: se un prodotto biologico importato dalla Turchia è controllato, il prodotto biodinamico non lo è.

Quindi il consumatore che va ad acquistare un prodotto biodinamico sarà garantito per quanto riguarda l'aspetto del biologico (anche se solo per i prodotti europei) ma non per quanto riguarda l'aspetto del biodinamico che resta in mano a privati e fuori da qualsiasi controllo ufficiale e globalmente riconosciuto. Infatti il marchio Demeter italiano non è riconosciuto dal marchio Demeter americano, con tutto ciò che ne consegue.

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