Mozione Lega Senato su tutela prodotti agroalimentari Made in Italy

Mozione Lega Senato su tutela prodotti agroalimentari Made in Italy https://www.agricolae.eu/mozione-lega-senato-su-tutela-prodotti-agroalimentari-made-in-italy/

Atto n. 1-00382

Pubblicato il 9 giugno 2021, nella seduta n. 334

BERGESIO , CALIGIURI , CANTU' , GALLONE , MANGIALAVORI , RUFA , SBRANA , VALLARDI , ZULIANI

Il Senato,

premesso che:

il settore dell'agroalimentare italiano, simbolo di eccellenza del made in Italy, rappresenta un'importante leva competitiva e strategica per il Paese, che ha dimostrato la propria forza anche nei momenti più duri della crisi innescata dalla pandemia, garantendo la continuità del sistema di approvvigionamento di cibo;

con oltre 522 miliardi di euro la filiera del cibo, dalla terra alla tavola, rappresenta oltre il 25 per cento del PIL nazionale. Nel 2020 il totale delle esportazioni agroalimentari italiane è stato di 46 miliardi di euro, di cui 39,1 miliardi di prodotti alimentari, bevande e tabacco, in crescita dell'1,9 per cento rispetto al 2019, e 6,9 miliardi di euro di prodotti agricoli;

secondo i dati ISTAT, il 55 per cento delle esportazioni agroalimentari made in Italy è diretto verso l'Unione europea, dove i principali clienti risultano essere la Germania e la Francia, rispettivamente con 7,73 miliardi e 5,08 miliardi di euro di export;

se è vero che i prodotti italiani sono conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, è altrettanto vero che essi sono sottoposti ad un costante attacco in termini di contraffazione. Il fenomeno, noto come Italian sounding permette di evocare l'origine italiana attraverso simboli, nomi, marchi, immagini, che richiamano in modo ingannevole l'italianità di un alimento che è privo di qualunque legame con il nostro Paese;

l'Italian sounding rappresenta una grave minaccia al made in Italy agroalimentare e va prontamente contrastato; il mercato del falso vale oggi più del doppio del fatturato regolare, determinando un danno complessivo per il sistema Paese di circa 100 miliardi di euro;

è necessario tutelare con determinazione le eccellenze alimentari italiane, proteggendole dai continui tentativi di sopraffazione. Contraffazione, applicazione di misure protezionistiche, etichettature ingannevoli e fuorvianti, sono evidenza di un costante attacco all'agroalimentare italiano ed allo sconfinato patrimonio di tradizioni e tipicità che esso rappresenta;

la scelta operata della Commissione europea, con l'approvazione del "Piano d'azione per migliorare la salute dei cittadini europei", di prevedere la cancellazione dei fondi per la promozione di carne, salumi, vino e l'inserimento di etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiarne il consumo, colpisce gravemente i prodotti simbolo del made in Italy;

appare fondamentale in questo contesto mettere a disposizione dei consumatori un quadro informativo chiaro e trasparente riguardo l'origine e la provenienza dei prodotti agroalimentari, in modo che i consumatori stessi possano operare scelte di acquisto più consapevoli ed appropriate, anche nel rispetto della propria salute;

il marchio made in Italy rappresenta una vera e propria infrastruttura immateriale che rende l'Italia uno dei Paesi con il maggior grado di attrattività e per tale motivo occorre profondere ogni sforzo per individuare strategie che mirino a rafforzare il nostro Paese sul piano competitivo a livello europeo e mondiale;

le recenti indicazioni e misure restrittive della Commissione europea relative ad alcuni tra i prodotti agroalimentari simbolo del made in Italy, tra cui il vino, penalizzerebbero fortemente il mercato italiano con pesanti ricadute su tutta la filiera agricola e le perdite economiche che ne deriverebbero;

la difesa dei prodotti italiani di eccellenza è una priorità non solo per la tenuta sociale ed economica dei nostri territori, ma anche per salvaguardare il nostro tessuto produttivo e per continuare a garantire la loro qualità nel mondo;

il regolamento (UE) n. 1169/2011 sull'etichettatura degli alimenti, adottato per rispondere alle esigenze di chiarezza e tracciabilità per il consumatore, ha previsto alcune disposizioni accessorie tra le quali, in particolare, all'articolo 35, le nuove disposizioni "nutrizionali" sul fop (front of packaging) e le modalità applicative dell'etichettatura degli alimenti, anche in riferimento all'origine;

l'etichettatura nutrizionale front-of-pack (fop) aiuta i consumatori nelle loro scelte alimentari fornendo informazioni sui valori nutrizionali ed è vista come uno strumento a supporto delle strategie per la prevenzione delle malattie legate all'alimentazione;

nella strategia della Commissione europea "Farm to Fork", pubblicata nel maggio 2020, la Commissione ha chiarito l'intenzione di proporre entro fine del 2022 un'etichettatura nutrizionale armonizzata e obbligatoria a livello europeo, ipotizzando di adottare, tra le varie tipologie di etichettatura alimentare sperimentate e sviluppate all'interno dell'Unione europea, il cosiddetto Nutri-score;

Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, nel mese di febbraio, hanno dato vita al coordinamento "pro nutriscore", al fine di convincere l'istituzione europea ad adottare il sistema che, di fatto, penalizza i prodotti, eccellenze del made in Italy in quanto, al momento dell'acquisto, difficilmente il consumatore esegue un confronto tra elementi equiparabili e sostituibili tra loro, preferendo, piuttosto, prodotti che, ad esempio, hanno un costo inferiore;

il Nutri-score è un modello di etichettatura sviluppato in Francia che, utilizzando l'immagine di un semaforo assegna un colore, dal verde al rosso, per la classificazione di ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto;

il Nutri-score risulta fondato su valutazioni parziali e fuorvianti, in quanto si basa sull'impiego di algoritmi per un giudizio nutrizionale del singolo prodotto, senza tenere conto del suo inserimento nel quadro di una dieta complessiva varia e bilanciata;

durante l'audizione del 16 marzo 2021 presso la XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei deputati, il Ministro in indirizzo ha definito quale "pericolo reale" per il made in Italy agroalimentare il sistema del Nutri-score, respingendone l'uso;

tale sistema di etichettatura mette in discussione i principi della dieta mediterranea che, riconosciuta dall'UNESCO "patrimonio immateriale dell'umanità", è un modello alimentare sano ed equilibrato, fondato su un consumo diversificato e bilanciato degli alimenti, l'unico ad avere dimostrato una reale capacità di prevenire le malattie cronico degenerative, promuovendo il consumo giornaliero in proporzione equilibrata degli alimenti;

l'Italia con decreto del Ministro dello sviluppo economico, del Ministro della salute e del Ministro delle politiche agricole e forestali del 19 novembre 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 304 del 7 dicembre 2020, ha adottato un modello di etichettatura, il "nutrinform battery", che attribuisce un punteggio alla presenza di grassi, zuccheri e sale rapportandoli alla dose giornaliera consigliata nell'ambito di una dieta salutare;

il "nutrinform battery" appare il sistema più adatto a fornire chiare e trasparenti informazioni ai consumatori, rispondendo alla necessità di tutelare la qualità dei prodotti agroalimentari italiani alla base del modello della dieta mediterranea, espressione di antichi valori e tradizioni che caratterizzano l'enogastronomia italiana nel mondo;

con l'impiego di modelli di etichettatura semplificati, come il Nutri-score, si rischia di sostenere modelli alimentari sbagliati che penalizzano fortemente i prodotti agroalimentari made in Italy, promuovendo stili di vita non salutari, a favore del consumo di cibi ultra processati e sintetici assolutamente inadatti a garantire il giusto apporto nutrizionale nella giornata alimentare e di conseguenza la tutela della salute pubblica;

il mercato dei cibi sintetici è in espansione; da tempo diverse multinazionali dell'industria alimentare stanno indirizzando verso questo settore importanti investimenti. Soia, mais, semi oleosi hanno raggiunto cifre mai viste: la farina di soia è raddoppiata in un anno e i fagioli sono arrivati ad oltre i 550 euro a tonnellata, creando tensioni nell'intero comparto cerealicolo. Il forte incremento dei prezzi dei piselli da proteina nei prossimi anni, come evidenziato dall'istituto di ricerche "MarketsandMarkets", darà vita ad un mercato da 1.400 milioni di dollari, il doppio dei 745 milioni i dollari fatturati nel 2020. Secondo l'indice FAO anche la quotazione degli oli vegetali quest'anno è salita dell'otto per cento, raggiungendo il valore più alto degli ultimi dieci anni;

in seno al Parlamento europeo si è aperto un dibattito sulla modifica dell'attuale disciplina che regolamenta la denominazione di "carne", prevedendone la possibilità di impiego anche sui prodotti di origine vegetale o sintetica, in modo tale da permettere, a titolo di esempio, di chiamare "hamburger" una polpetta di soia o "salsiccia" un prodotto ottenuto da sintesi;

in Europa nel 2019 le vendite di carne sintetica hanno sfiorato il miliardo di euro, con 208 milioni di pezzi. Rispetto agli ultimi due anni precedenti il mercato è cresciuto del 38 per cento. Questa tendenza rischia di inficiare le politiche di tutela del made in Italy, screditando il sistema degli allevamenti italiani che risulta tra i più sicuri e sostenibili a livello mondiale, fino ad arrivare ad un eventuale condizionamento della posizione del Parlamento europeo nel negoziato con il Consiglio e la Commissione sull'assegnazione delle nuove risorse della PAC;

alla frontiera dei cibi sintetici si è recentemente aggiunto il latte derivato dai piselli trasformati, ultimo lancio pubblicitario delle multinazionali del cibo, che invitano i consumatori a brindare con questa bevanda a base di vegetali processati, il cui sapore non è assolutamente paragonabile a quello del latte di origine animale, né tanto meno la sua qualità e genuinità. La bevanda a base di piselli gialli, fibre di cicoria, zucchero e olio di girasole, viene classificata con etichetta Nutri-score di livello A, ovvero come un buon alimento dal punto di vista dei benefici per la salute dei consumatori;

sempre l'Europa, su proposta della Commissione, ha dato via libera all'uso alimentare dei vermi dalla farina, sostenendo che gli stessi facciano parte della strategia Farm to Fork per avviare la stessa Europa, entro il 2030, a sistemi alimentari sostenibili che identificano gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale, utili per sostenere la transizione "verde" della produzione alimentare dell'Unione europea;

riguardo al regolamento (UE) n. 2015/2283 del 1° gennaio 2018, relativo ai nuovi alimenti, tra cui insetti e larve, si stima che entro il 2025 la UE investirà 3 miliardi di euro per incoraggiare le imprese ad accelerare sulla produzione e per favorire la circolazione di un'ampia varietà di alimenti a prezzi concorrenziali. Ciò a discapito delle imprese italiane dove la maggioranza dei cittadini (54 per cento) considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale;

i consumatori sono ignari del fatto che la maggior parte di questi cibi di origine non animale è prodotta in laboratorio e non ha nulla a che fare con l'agricoltura italiana, ed anzi, essendo prodotti assolutamente diversi da quelli agricoli, ma che richiamano ad essi, inducono in inganno gli stessi consumatori, rischiando di arrecare un grave danno alla salute dei consumatori e di inficiare la qualità dell'agroalimentare made in Italy. Rilevata la centralità dei controlli nell'intera filiera agroalimentare per porre l'alimentazione quale primo gradino della prevenzione, a cominciare dal fatto che sani alimenti sono l'architrave di un efficiente sistema immunitario;

con il disegno di legge 1660 recante "Disposizioni volte ad incentivare il raggiungimento di standard qualitativi elevati dei prodotti agroalimentari italiani introducendo un sistema di rating per la certificazione di eccellenza e riforma del sistema di prevenzione, programmazione e controllo nella sanità pubblica veterinaria", si è inteso fare un ulteriore passo in avanti sulla trasparenza nell'etichettatura, con l'obiettivo di far conoscere le falle del Nutri-score e di correggerne le intrinseche storture, investendo in sanità pubblica veterinaria, prevenzione, controlli proattivi, formazione specialistica qualificata, lotta all'antimicrobico, resistenza e promozione delle produzioni di eccellenza, valorizzando la dieta mediterranea per l'appropriatezza nutrizionale della giornata alimentare del consumatore;

è necessario che le istituzioni vengano sollecitate a promuovere sistemi che siano in grado di valorizzare le eccellenze del made in Italy attraverso l'adozione di un rating prestazionale degli operatori nelle filiere agroalimentari, capace di determinare azioni volte al raggiungimento di standard qualitativi elevati in ogni fase della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti, garantendo così un nesso tra provenienza e qualità degli stessi e raggiungendo un livello di eccellenza, anche in ragione degli effetti positivi per la salute, secondo il rapporto tra la proprietà nutritiva e l'appropriatezza del consumo nella giornata alimentare, con particolare riferimento al contenuto di sale e di acidi grassi saturi;

tale sistema verrebbe a rappresentare una best practice nel panorama europeo ed internazionale, conferendo all'Italia un ruolo di assoluta centralità nella definizione di un modello basato sui principi di una sana ed equilibrata dieta alimentare, dimostrando etichetta alla mano che il modello proposto, non solo consentirebbe di avere una maggiore consapevolezza di ciò che effettivamente si mangia, ma favorirebbe anche una scelta alimentare orientata in ragione del valore del prodotto, misurato con un indice di scala intuitivo, non necessariamente cromatico, fondato su parametri che escludano l'assimilazione di prodotti di sintesi con alimenti naturali;

alla luce dello sforzo dei nostri imprenditori, occorre concentrare tutte le energie al fine di difenderli dagli attacchi di grandi marchi che vorrebbero obbligatorio il Nutri-score nonostante arrivino da fonti interne dati per nulla incoraggianti in merito agli standard di sicurezza alimentare;

convinti che la missione della maggioranza deve essere quella di tutelare gli operatori virtuosi che quotidianamente rendono grande il made in Italy alimentare, in Italia e nel mondo, evitando che il consumatore possa essere influenzato da esternalità che mirano semplicemente a far fuori un competitor, l'Italia, che da anni conserva il primato nel settore,

impegna il Governo:

1) ad adoperarsi nelle opportune sedi per contrastare qualsiasi iniziativa discriminatoria nei confronti del modello alimentare basato sui principi della dieta mediterranea e per difendere la salute dei consumatori da sistemi di etichettatura fuorvianti ed ingannevoli, al fine di tutelare l'importante patrimonio agroalimentare italiano che rende il nostro Paese per le sue eccellenze unico al mondo, rispondendo anche all'appello dei produttori delle più importanti DOP;

2) a continuare a perseguire con maggiore e rinnovata forza iniziative volte a promuovere il "nutrinform battery" come sistema idoneo per armonizzare il mercato europeo, alla luce della costituzione del coordinamento dei Paesi europei "pro nutriscore";

3) in linea con i contenuti del richiamato disegno di legge n. 1660, all'esame della 12? Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato, a promuovere interventi finalizzati, nell'evoluzione ordinamentale che deve accompagnare l'attuazione del PNRR, a coniugare la riqualificazione della spesa sanitaria con due obiettivi strategici qualificanti gli assi progettuali a PNRR: migliorare la salute dei cittadini, tutelando i consumatori in materia di composizione degli alimenti, privilegiando la salubrità e i cambiamenti nei modelli di consumo degli stessi, orientati a benessere e longevità, e promuovere le eccellenze agroalimentari italiane, correggendo le implicite storture del sistema Nutri-score, valorizzando la dieta mediterranea per l'appropriatezza nutrizionale della giornata alimentare del consumatore, oggettivizzando la vera eccellenza della filiera alimentare non solo nel nostro Paese, giacché replicabile su scala europea, financo mondiale;

4) a dare atto che il modello di rating dei prodotti alimentari proposto, non solo consentirebbe di avere una maggiore consapevolezza di ciò che effettivamente si mangia, ma favorirebbe una scelta alimentare orientata in ragione del valore del prodotto, misurato con un indice di scala intuitivo, non necessariamente cromatico, fondato su parametri che escludano l'assimilazione di prodotti di sintesi con alimenti naturali, sfatando il mito del fast food e dei cibi spazzatura, attenzionando il consumatore che il cibo di qualità, e quindi salubre, non può essere a basso costo: mangiare meno quantità ma di più alta qualità, perché gli effetti di un'alimentazione sbagliata, disordinata e squilibrata si trasformano in danni per la salute del consumatore e in costi per la collettività;

5) ad assumere ogni opportuna iniziativa affinché venga accolta, a livello europeo, una posizione che coincida con la necessità di tutelare le denominazioni, confermando il divieto di poterne estendere l'impiego alle carni ovvero al latte, e agli alimenti da questi derivati, che non hanno un'origine animale ma vegetale o addirittura sintetica, valorizzando e promuovendo le eccellenze agroalimentari del made in Italy, riconosciuta l'estraneità alla nostra cultura alimentare dell'utilizzo per il consumo umano delle larve;

6) ad attivarsi al fine di concordare con i Ministeri interessati una campagna di promozione, che si articoli su tutto il territorio nazionale e che si sviluppi attraverso la promozione di iniziative territoriali e regionali, per culminare in un evento nazionale finalizzato ad attrarre nuovi potenziali consumatori internazionali e a rafforzare il connubio tra l'enogastronomia e il turismo.

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