"Nel rinnovare il Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei fitofarmarci, alla politica chiediamo due cose: la prima è quella di costruire un assetto normativo e di pianificazione che sia realisticamente basato sulla capacità e possibilità della nostra agricoltura di adeguarsi ad esso in un arco di tempo consono; la seconda è di fare in modo che il nuovo PAN non si configuri come un assist alla concorrenza sleale di quei Paesi dove sull’utilizzo della chimica in agricoltura viene sostanzialmente lasciata mano libera”.
Sono queste le preoccupazioni espresse dalla CIA Agricoltori Italiani della Puglia attraverso le dichiarazioni del presidente Raffaele Carrabba.
Il vecchio Piano d’Azione Nazionale per l’uso dei fitofarmaci è scaduto nel 2019. L’Italia è obbligata ad averne uno nuovo, dunque, come gli altri Paesi europei. L’obiettivo primario del nuovo PAN, com’è stato dichiarato negli scorsi mesi e nelle ultime settimane, è quello di favorire un’agricoltura sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale. Una delle questioni sul tavolo, ad esempio, è la necessità di preservare le api a fronte delle vere e proprie stragi di alveari verificatesi negli ultimi anni, probabilmente a causa dell’utilizzo improprio e dannoso di alcune tipologie di pesticidi.
“L’obiettivo di un’agricoltura sempre più sostenibile per l’ambiente è pienamente condivisibile”, ha aggiunto Carrabba. “e deve essere realizzato eliminando le enormi disparità, tra nazione e nazione, che attualmente favoriscono l’agricoltura di alcuni Paesi a tutto danno degli altri. Per spiegarci in parole semplici, ci sono nazioni che – incuranti delle conseguenze sull’ambiente – utilizzano la chimica per acquisire un vantaggio competitivo e migliori condizioni produttive rispetto a chi non può usare certi prodotti. Questa cosa non può e non deve essere né accettata né permessa. Occorre un principio solidale e di lealtà alle regole da parte di tutti, in modo da preservare l’ambiente su vasta scala e non a macchia di leopardo o peggio favorendo gli agricoltori di un Paese a discapito di altri. I prodotti realizzati con pesticidi e fitofarmaci vietati in Italia, e permessi in altre nazioni, arrivano comunque sul mercato italiano: al danno dello svantaggio competitivo, dunque, che incide fortemente anche sui prezzi dei prodotti, si aggiunge la beffa di essere colpiti anche come consumatori per quanto riguarda la scarsa salubrità di alimenti ottenuti utilizzando la chimica”, ha concluso Carrabba.
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